sabato 14 luglio 2012

L'incubo dell'Ammazza Blog torna su Wikipedia

L'anno scorso avevamo già scritto di come un pugno di Wikipediani avesse deciso l'oscuramento di Wikipedia nell'ambito di discussioni delle quali la stragrande maggioranza dei Wikipediani era del tutto ignara e in assenza di un adeguato approfondimento legale che confermasse la pericolosità del disegno di legge S.1611/C.1415 e in particolare del famigerato "comma 29" che introduce un obbligo di rettifica pressoché automatico a carico dei responsabili di testate giornalistiche e pubblicazioni, su carta stampata o su Web.

A quel tempo criticammo sia la mancanza di trasparenza con cui era stata presa una decisione così importante, sia il fatto che a farne le spese erano soprattutto gli utenti e i lettori di Wikipedia (specialmente quelli che per condizione economica non possono permettersi di accedere ad altre fonti informative a pagamento).

Inoltre la decisione rappresentava un pericoloso precedente: opporsi a una norma in via di discussione (in Parlamento o a livello di Governo) ha sempre una valenza politica, anche se chi si oppone non se ne rende conto. Passato il principio che Wikipedia può agire nel tentativo di condizionare un atto legislativo, si apriva la porta a ulteriori iniziative in tal senso che - a seconda dell'orientamento politico del manipolo di utenti che ha il controllo pratico di Wikipedia in un dato momento della sua vita - avrebbero esposto l'enciclopedia libera al rischio di diventare strumento di pressione e di propaganda politica.

Peraltro, è piuttosto evidente che l'obbligo di rettifica è inquadrato nel contesto delle leggi sull'editoria e della stampa e si applica esclusivamente alle testate giornalistiche registrate.
La questione è stata specificata in un parere espresso dalla IX Commissione Permanente della Camera (quella competente per le telecomunicazioni) che ha richiesto la modifica del testo legislativo affinché fosse precisato che si applica solo nei confronti delle testate registrate (link).

In tempi più recenti (maggio 2012) la Cassazione  ha stabilito che i blog non ricadono nell'obbligo di registrazione (e quindi nella normativa sull'editoria e sulla stampa) e se questo è vero per i blog, lo è ancor più per Wikipedia che è ancor meno assimilabile a una pubblicazione periodica.

Sia come sia, voci su una imminente riproposizione in Parlamento della norma contestata hanno fatto ritornare in auge la protesta.
Questa volta, però, la discussione è stata un po' più ampia.
Si è partiti da una discussione aperta al Bar in aprile (link permanente) ed è subito apparso chiaro che non c'era consenso all'oscuramento per cui si è finiti a un'altra discussione, sempre al Bar (link permanente) dove si è optato per l'inserimento di un banner (un annuncio/comunicato di protesta).

Come si può notare, anche in questo caso la decisione è stata presa in fretta e furia, nel giro di una decina di giorni una decina di utenti si sono espressi a favore del banner che è stato pubblicato il 10 giugno (qualche commento a favore si è aggiunto nei giorni successivi). In questo caso, però, la pubblicazione di un banner è un atto meno drastico rispetto all'oscuramento e consente agli utenti di usufruire di Wikipedia e di esprimere il proprio eventuale dissenso all'iniziativa, per cui è più accettabile che non si sia ricercato un consenso maggiore.

Ciò che lascia stupiti, piuttosto, è la confusione e la superficialità con cui si è arrivati alla decisione.

Il 1° giugno un utente giustamente scriveva:

Anch'io per il banner da subito e provvedimenti più pesanti se la situazione non migliora. Nel banner sottolineerei il fatto che siamo stati costretti a farlo di nuovo. Comunque abbiamo solo un articolo di giornale? Nulla di ufficiale? Non possiamo mettere un banner del genere a caso... --Phyrexian ɸ 15:50, 1 giu 2012 (CEST)

Gli replicava un altro utente:

Il testo corrente sembra essere 1415-C e comprendere ancora il famigerato articolo  29 comma 29; gli annessi pareri di Commissione appaiono solo raccomandazioni che lasciano inalterato il testo in votazione. -- Codicorumus « msg 17:33, 1 giu 2012 (CEST)

"Sembra essere"... "appaiono"... Prima di avviare una campagna di protesta su una risorsa così diffusa come Wikipedia, non sarebbe stato il caso di verificare con certezza la situazione? Il 12 giugno, dopo la pubblicazione di un articolo su L'Espresso che critica la decisione e fa notare che il disegno di legge non colpirà Wikipedia, qualcuno ha iniziato a fare domande. Questa la conclusione dell'articolo dell'Espresso:

La community di Wikipedia, tuttavia, sembra aver dimenticato un passaggio fondamentale. Che il testo contenente l'obbligo di rettifica per tutti i «siti informatici», compresi blog e siti amatoriali, è stato già emendato dalla Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni a ottobre 2011. Nella nuova formulazione, primo firmatario il pidiellino Cassinelli, i blog sono esclusi dall'obbligo. Perché ai «siti informatici» sono sostituiti «i siti internet che recano giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica e registrati ai sensi dell'articolo 5 (della legge n. 47 del 1948, cioè della legge sulla stampa, ndr)». In sostanza, la rettifica vale per le sole testate giornalistiche registrate. Ed è a questa condizione che la Commissione ha dato il suo parere favorevole. Impossibile ignorarlo, nella discussione in Aula - se e quando si farà. I wikipediani ne hanno tenuto conto? La cofondatrice di Wikimedia Italia Frieda Brioschi, sollecitata dalle domande dell'Espresso, ne dubita. E chiede nel 'bar' di Wikipedia, dove si discute il da farsi: «Ma quale sarà effettivamente il testo che finisce alla Camera?». «Se non ricordo male quest'autunno la discussione in aula era saltata, per cui gli emendamenti non erano stati votati», risponde Yoggysot. «Posto che ho verificato, l'altro giorno, il testo nella vecchia versione, il 1415-C riporta chiaramente l'emendamento secondo cui siti come Wikipedia è esclusa da obblighi di questo tipo», ribatte Gnumarcoo. Il tutto mentre Brioschi interpella il responsabile Internet del Pdl Palmieri su Twitter: «Wikipedia ha ragione ad essere preoccupata per il ddl Alfano o sono salvi gli emendamenti di ottobre?». Risposta: «Wikipedia non aveva e non ha motivi di preoccuparsi. A Perugia il ministro Severino ha dichiarato di non voler cambiare le cose».

A quel punto, come potrete leggere nella discussione linkata, è piombata la confusione più totale: chi diceva che il testo originale era stato emendato, chi affermava che non era cambiato nulla, chi precisava che il disegno di legge non sarebbe stato effettivamente discusso in tempi brevi, chi chiedeva pareri a terzi...

E tutto questo, mentre il banner campeggiava su tutte le pagine di Wiki! Alla fine c'è stato qualche sbotto:

Scusate anche me, ma credo sia assurdo mettere e tenere un banner gigante basandosi su informazioni molto confusionarie. Un banner non è una cosa da poco (specie così invadente) e ogni volta che lo usiamo lo depotenziamo un po', rischiando di renderlo meno utile per eventuali necessità successive.--Sandro_bt (scrivimi) 11:47, 13 giu 2012 (CEST) In ogni caso, la situazione mi sembra molto diversa dall'altra volta (per tempistiche e situazioni di contorno), ma soprattutto mi sembra ci sia nettamente più confusione ed è questo quello che mi preoccupa, se no me ne sarei stato in silenzio come sono stato in silenzio allora (perlomeno prima dello sciopero). Vorrei che un banner invasivo non venisse messo alla leggera a colpi di "è così, no, forse no, anzi sì, pare di sì, ah forse no, ..." che è il modo in cui io leggo buona parte della discussione qua sopra.--Sandro_bt (scrivimi) 04:07, 14 giu 2012 (CEST)

Nonostante la situazione confusa e le perplessità, c'è stato chi ha addirittura visto il consenso per riproporre l'oscuramento:

L'unica mi sembra stare molto in campana e (ri)verificare fin d'ora il consenso ad uno sciopero (che peraltro non mi sembra manchi). --Azz... 19:12, 16 giu 2012 (CEST) No non manca. Sinceramente però non vorrei arrivarci di nuovo. Che la comunità sia compatta è una vittoria, ma che l'enciclopedia sia oscurata è senz'altro una sconfitta. L'enciclopedia è lo scopo, noi siamo solo uno strumento. --Phyrexian ɸ 20:08, 16 giu 2012 (CEST)

Un altro utente ha fatto notare che il consenso sull'oscuramento non era affatto scontato:

Remulazz e Phyrexian, mi spiace contraddirvi, ma il consenso sullo sciopero non è affatto chiaro: nello specifico (e mi secca doverlo evidenziare io, che sono parte in causa) ho espresso più volte delle obiezioni allo sciopero (se non altro come unica soluzione) che non hanno ancora ricevuto risposta. Ora, anche per potermi rendere conto se ho detto delle cretinate, mi piacerebbe se ne discutesse e si argomentasse a favore dello sciopero. Mi rendo conto che potrebbe suonare solo come una pretesa polemica, ma posso garantire che non lo è: il mio unico scopo è capire cosa è meglio per Wikipedia. Se risulterà essere meglio lo sciopero (e lo scopriremo solo analizzando le motivazioni a favore), felicissimo di farmi da parte --Dry Martini confidati col barista 14:17, 17 giu 2012 (CEST)

Il 28 giugno, dopo ben 18 giorni di esposizione, il banner è stato finalmente eliminato.

Ma subito dopo è stato sostituito da un altro comunicato... Infatti:

Sostegno a ru.wiki che si è autocensurata Segnalo che Wikipedia in lingua russa oggi ha oscurato l'enciclopedia in segno di protesta contro una legge in via d'approvazione in Russia, che potrebbe fortemente limitare l'utilizzo di internet. C'è stata una breve discussione al bar e mi pare sia emerso consenso ad apporre tempestivamente un banner in sitenotice. In quella discussione c'è già una bozza che mi pare ottima. Se non ci sono obiezioni si potrebbe mettere il più presto possibile? Grazie! --Phyrexian ɸ 19:16, 10 lug 2012 (CEST)

"Breve discussione"... "mi pare sia emerso consenso"... E sulla Wikipedia italiana appare un comunicato di protesta contro una legge "in via di approvazione" in Russia:


Come si è detto, una volta aperta la strada...